La preadolescenza è il periodo in cui i coetanei assumono maggiore importanza rispetto a prima. Certo, anche da bambini si hanno gli amichetti, si cercano i compagni per giocare e per condividere le esperienze, ma queste relazioni sono, per lo più mediate dai genitori e dagli adulti e riguardano soprattutto l’aspetto ludico della vita di un bambino.
Quello che cambia, nella preadolescenza, è che il coetaneo assume una nuova funzione. E’ sì il compagno di gioco, ma diventa anche il confidente, il complice, il rivale, l’elemento di confronto con la realtà.
Le amicizie, in questa fascia di età sono per lo più dello stesso sesso. In classe, continua, come nella scuola elementare, la scelta di un gruppo monosessuato (solo maschi, solo femmine) che è compatto, complice e, a volte in rivalità con il gruppo del sesso opposto.
Questa forte divisione tra i sessi ha la funzione di rendere ancora più visibili e nette le differenze fra i sessi e aiuta i preadolescenti a definirsi nella formazione della loro identità, anche come identità di genere.
Il confronto con i coetanei diventa fondamentale. Si cercano le somiglianze con gli altri, più che le differenze. Comincia verso i 10-11 anni quel processo di ricerca di una propria identità sociale e di un senso di appartenenza al di fuori della famiglia che è riconoscibile dall’uso di marchi e brand, modi di vestire o di acconciarsi condivisi e uguali che devono risultare socialmente accettati dal gruppo.
Quante volte vi siete trovati in difficoltà come genitori, perché i vostri figli volevano i jeans all’ultima moda come quelli dell’amichetta? o le scarpe da ginnastica del momento come quelle degli altri?
Il genitore “illuminato” in queste situazioni si trova di fronte a un profondo dilemma: accontentare il proprio figlio per non farlo sentire diverso o promuovere il valore della differenza rischiando di farlo sentire emarginato?
La questione non è di facile soluzione, perché il bisogno di sentirsi uguali agli altri coetanei è parte del processo di individuazione e va accolto nella sua complessità, dando spazio alle richieste ma ponendo anche dei limiti.
Quasi universale è l’esperienza della diade amicale (l’amico del cuore) composta da coetanei dello stesso sesso che condividono le stesse esperienze, si scambiano confidenze, dando al loro rapporto un carattere di esclusività che tenderà a venir meno nell’adolescenza.
Nelle scuole medie l’esperienza dell’amico del cuore comporta dinamiche che somigliano a quelle delle coppie! Ci sono gelosie, richieste di esclusività, fortissima intimità e condivisione di desideri e sogni. L’amico del cuore diventa una sorta di specchio di se stessi, un modo per conoscersi e capire chi si è attraverso gli occhi dell’altro. Avere un amico del cuore in questa fase è un’esperienza molto forte e arricchente.
Poiché questo tipo di amicizia può avere modalità simbiotiche, il rischio è la chiusura in se stessi come coppia amicale nei confronti del resto dei coetanei. Ma, nella maggioranza dei casi si tratta, di un’esperienza molto positiva, una grande risorsa nella vita di ogni persona.
Al di fuori della scuola un’esperienza molto generalizzata è l’appartenenza a gruppi giovanili a formazione spontanea: all’inizio della preadolescenza sono mono-sessuati (bande dei ragazzi, club delle ragazze), seguiranno, nel corso dell’adolescenza le compagnie, formate da un numero pressoché uguale di ragazzi e ragazze, con luoghi di ritrovo abituali.
Il gruppo diventa una seconda famiglia, con una divisione di ruoli e funzioni, con nuove e contrapposte regole e valori di gruppo.